Simon Boccanegra

SIMON BOCCANEGRA

Simon Boccanegra. Dal 27 novembre al 5 dicembre il Teatro dell’Opera di Roma presenta Simon Boccanegra di Verdi.

direttore Michele Mariotti
Simon Boccanegra (baritono) Claudio Sgura
Maria Boccanegra – Amelia (soprano) Eleonora Buratto
Jacopo Fiesco (basso) Michele Pertusi
Gabriele Adorno (tenore) Ștefan Pop
Paolo Albiani (baritono) Gevorg Hakobyan
Pietro (basso) Luciano Leoni
Capitano dei balestrieri (tenore) Michael Alfonsi
Ancella di Amelia (soprano) Angela Nicoli
Regia Richard Jones

La recensione si riferisce alla rappresentazione del 30 novembre 2024.

La consueta autorità e passione

Anche nella più consueta versione del 1881, Simon Boccanegra è un’opera complessivamente poco rappresentata rispetto ad altri capolavori verdiani, forse più accattivanti ma non necessariamente di maggiore livello. Il Teatro dell’Opera di Roma la sceglie per inaugurare la nuova stagione, seguendo la consolidata tradizione di inserimento di titoli meno comuni a fianco di altri di maggior richiamo. L’opera mancava da tempo nella capitale, e la proposta dunque sembra quanto mai felice.

Michele Mariotti ha diretto con la solita autorevolezza e passione, ponendo come sempre grande attenzione alle dinamiche, ai timbri sonori, come pure ai diversi interventi solistici, aiutato in questo dalla sempre ottima orchestra romana. Accurata e appropriata anche la scelta dei tempi, come nelle frenetiche scene di rivolta, o nel caso opposto nella dilatazione degli ultimi accordi della maestosa conclusione.

Claudio Sgura ha sostituito all’ultimo momento l’indisposto Luca Salsi, accettando quindi di riprendere il ruolo del protagonista sostenuto appena il giorno prima. Il baritono in verità non può certo definirsi una “seconda scelta”, e la sua interpretazione non ha fatto rimpiangere il pur ottimo collega. Dotato di voce morbida, calda e all’occorrenza potente, Sgura ha tratteggiato un Simon Boccanegra autorevole ma allo stesso tempo tenero e fragile. Il cantante si è dimostrato a suo agio sia nei momenti di grande intensità che nei delicati “pianissimo”, come quello che conclude il duetto del primo atto, con la parola “figlia”.

Simon Boccanegra
Simon Booccanegra. Claudio Sgura (Boccanegra) ph Fabrizio Sansoni -Opera di Roma. 2024_1911

Come in quest’ora bruna

Il soprano Eleonora Buratto ha interpretato il personaggio di Maria/Amelia con grande sicurezza, a partire dalla sua prima aria (“Come in quest’ora bruna“) toccante e appassionata. I suoi interventi sono stati ben calibrati anche nei numerosi duetti e momenti d’insieme, nei quali si è distinta per l’incredibile volume sonoro della sua voce.

Il tenore Ștefan Pop ha caratterizzato ottimamente Gabriele Adorno, grazie anche al suo timbro chiaro e pulito. Notevole il suo intervento nell’aria del secondo atto “Sento avvampar nell’anima”, una delle poche dell’intera opera.

Grande esperienza e sensibilità

Magistrale anche il Fiesco di Michele Pertusi, basso dotato di grande esperienza e sensibilità, come del resto il Paolo Albiani del baritono armeno Gevorg Hakobyan, che tratteggia un personaggio più rancoroso che malvagio.

Bene anche gli altri comprimari, Luciano Leoni, Michael Alfonsi e Angela Nicoli, nei loro brevi ma precisi interventi.

Come al solito una menzione speciale merita il coro e il suo storico direttore Ciro Visco, i cui interventi sempre perfettamente coordinati con l’orchestra hanno lasciato il segno anche in un’opera come Simon Boccanegra, non particolarmente ricca di momenti corali.

Simon Boccanegra
Simon Boccanegra. Eleonora Buratto (Amelia). Fabrizio Sansoni - Opera di Roma 2024.

Le scene erano piuttosto fuori luogo

La regia è stata affidata all’inglese Richard Jones, coadiuvato da Antony Mc Donald (scene e costumi), Adam Silverman (luci), Sarah Kate Fahie (coreografia) e Renzo Musumeci Greco (Maestro d’armi). Il risultato finale ha destato non poche perplessità, a partire da un’ambientazione contemporanea ormai più che scontata, ma che mal si concilia con i complessi intrighi del dramma verdiano. Se pure ingegnose nei meccanismi e con citazioni “dotte” (le celebri “piazze” di De Chirico), le scene risultavano in genere piuttosto fuori luogo. Anche i costumi sembravano essere estratti più o meno a caso dal magazzino, combinando insieme abiti comuni e mantelli regali d’altri tempi, con una caratterizzazione piuttosto banale e fuorviante della dicotomia “plebe – patrizi” in termini di “operai – colletti bianchi” (o qualsiasi cosa rappresentassero gli uomini in giacca e cravatta). Riguardo la regia più propriamente detta, possiamo dire tutto sommato di aver apprezzato la sua scarsa visibilità nella recitazione dei vari personaggi, i quali hanno potuto esprimersi senza le eccessive complicazioni a volte richieste dalle “Regietheater”. Questo aspetto peraltro è quello che normalmente suscita le maggiori critiche di chi non apprezza le regie “statiche”, preferendo uno stile da film d’azione, più vicino ai gusti contemporanei ma certamente lontano anni luce dallo spirito originale del teatro d’opera.

Alla fine della serata il pubblico ha elargito calorosi e meritati applausi a tutti gli interpreti e al direttore Mariotti.

Tiziano Virgili

5 1 vote
Article Rating
Tiziano Virgili

REVIEWER

Physicist, professor at Salerno’s University. Opera fan for more than fifty years, with special interest for Russian, Czech, and in general less performed operas. Strongly believes that Great Art doesn’t need updates, and that operas work perfectly just as they were originally conceived.

No Older Articles
No Newer Articles
Subscribe
Notify of
guest
0 Comments
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

SIMON BOCCANEGRA in Luik

Simon Boccanegra. Opera in een proloog en drie bedrijven van Giuseppe Verdi. 1856. Herzien voor La Scala, Milaan, in 1881. Libretto van Francesco Maria Piave, met bijdragen van Giuseppe Montanelli, naar het toneelstuk Simón Bocanegra van Antonio García Gutiérrez. Libretto van herziene versie door Arrigo Boito. Eerste opvoering in het Teatro La Fenice, Venetië, op 12 maart 1857.

Dirigent: Speranza Scappucci
Regie : Laurence Dale
Simon Boccanegra: George Petean (bariton)
Amelia Boccanegra, zijn dochter: Federica Lombardi (sopraan)
Jacopo Fiesco:  Riccardo Zanellato (bas)
Gabriele Adorno:  Marc Laho (tenor)
Paolo Albiani:  Lionel Lhote (bas)
Pietro:  Roger Joakim (bariton)
Orkest en koor:  Opéra Royal De Wallonie-Liège

Inszenierung: 4*
Musik: 4,5*

You can have any review automatically translated. Just click on the Translate button,
which you can find in the Google bar above this article.

 

Luik, Luik, altijd maar weer Luik!

Simon Boccanegra in Luik

Het is bij opera-websites vaak de gewoonte om in recensies een korte, of langere, weergave van de inhoud op te nemen. “Om er even in te komen, de kennis even te verfrissen”, zogezegd. Of het een goede gewoonte is, valt te betwijfelen. Van de meest gangbare opera’s  kent de gemiddelde lezer de inhoud wel. Hoewel, vertelt u even in het kort Il Trovatore na?

Simon Boccanegra; we doen een poging tot ontrafeling. Genua, ca 1350.  Paolo en Pietro willen Boccanegra als Doge van Genua. Boccanegra stemt toe; de positie kan van pas komen omdat hij met de dochter van de huidige Doge, Fiesco, wil trouwen. Fast forward: Alvorens te sterven baartde dochter van Fiesco nog een dochter, die echter in het niets verdwijnt. (Wel goed in alle containers gekeken?)
Vijfentwintig jaar later ondergaat Amelia een serenade, in elkaar geknutseld door haar minnaar Gabriele Adorno. Deze Gabriele Adorno en Fiesco zweren samen tegen de Doge. Fiesco vertelt Adorno dat Amelia maar een wees is… Boccanegra was nou net van plan Amelia met zijn hoveling Paolo te laten trouwen, maar wanneer hij beseft dat zij zijn lang verloren dochter moet zijn, verandert hij van gedachten. Paolo besluit Amelia te ontvoeren, maar het is Boccanegra die van haar ontvoering wordt verdacht. De ontzette Boccanegra  wil de echte ontvoerder vervolgens een danige poets bakken. Dat zit Paolo niet lekker en hij besluit Boccanegra te vergiftigen. Gabriele Adorno beschuldigt Amelia van ontrouw. Dan openbaart  Amelia zich als de dochter van Boccanegra, waarna de drie de vredespijp roken. En wat horen wij daar in de verte? Een volksopstand! Als de opstand neergeslagen is (“Plebe, patrizi, popolo“) geeft Paolo zijn misdaden toe: dat wordt een ascenseur pour l’échafaud oftewel een terechtstelling! Boccanegra begint zich steeds beroerder te voelen door het vergiftigde drankje en vreest terecht voor een zorgelijk ziekteverloop.  Op zijn sterfbed zegent Boccanegra het paar Gabriele Adorno en Amelia; Gabriele ontvangt nog een bonus: hij wordt de nieuwe Doge.

Simon Boccanegra
Ensemble - ©J Berger - ORW-Liège

Een ook voor die dagen onverteerbaar verhaal. De opera boekte als neonaat in 1858 dan ook weinig succes. Het libretto was in haar huidige vorm ook volgens Verdi een draak, en aangespoord door uitgever Ricordi (heb je HEM weer!) reviseerde Verdi zijn Simone Boccanegra in 1881, samen met Boito. In de herziene versie  wordt het inktzwarte karakter van de inhoud in wat gematigder tinten bijgekleurd, en is Boccanegra’s rol prominenter in beeld. In de proloog mag Fiesco zijn ontroerende aria “Il lacerato spirito” ten beste geven en Amelia beroert de harten met “In quest’ora bruna” terwijl in de tweede akte Boccanegra’s doeltreffende “Plebe! Patrizi! Popolo!” (zie/luister boven) weerklinkt, waarmee hij het ontstaan van een opstand onderdrukt.

Nu was het succes er wel.


In Luik zou Simon Boccanegra de laatste productie zijn geweest van Stefano Mazzonis Di Pralafera; helaas stak Magere Hein daar een verdrietig stokje voor. Laurence Dale werd belast met de regie, en hij leverde een knap stukje werk af. Dale is het levende bewijs dat de rigide opvatting “opera is óf modern (librettoverkrachting, rolstoel, ijskast, auto etc.) óf “traditioneel” (een idioot woord in dezen, maar daarover een andere keer), en “traditioneel” betekent dan : stoffig, oubollig etc. Dale bewijst dat je met een moderne, sobere, enigszins geabstraheerde regie de desbetreffende opera geheel in haar waarde kan laten, zonder een beroep te hoeven doen op absolute gekte (voor absolute en intens treurige gekte in de operawereld: zie Der Freischütz dit seizoen in Amsterdam; uitermate geschikt als vrijgezellenfeestje).

Simon Boccanegra
G. PETEAN - F. LOMBARDI (c) J Berger - ORW-Liège

Simone Boccanegra is geen Im weissen Rössl: een zekere somberte overheerst, ook in deze 1881-versie.
Een ingenieus schuivend en draaiend decor, belicht door een schitterend kleurenscala van lichtblauw tot cyclaam, bracht ons van de ene scene in de andere; gezien de gecompliceerdheid van het verhaal betekent dat wel even extra opletten wie nu waarmee bezig is, maar uiteraard heeft de ware operaliefhebber zich thuis al op het pittige libretto voorbereid, en zijn er altijd nog de (4-talige) ondertitels.
Wij vermoeden reeds geruime tijd dat een verleden als zanger (Dale werd eens de beste Tamino na Wunderlich genoemd) een positieve correlatie heeft met de kwaliteit van zijn/haar regie. Dat vermoeden werd tijdens deze regie bevestigd. Een klein puntje van kritiek zou kunnen zijn dat het toneelbeeld af en toe enigszins aan de statische kant was. Menigtes gedragen zich in het algemeen wat beweeglijker, zeker als het potentiële opstandelingen zijn. De laatste door mij waargenomen minimaal bewegende menigte was het publiek bij een concert van Christina Branco, maar dat was dan ook in slaap gevallen.

Dan de cast! Welke een cast! Maar first things first: de dirigent (echte dirigent, geen Barbara Hannigan).  Op dit moment, zo is onze stellige mening, kan Verdi zich geen betere dirigent wensen. Spiritualiteit verafschuwen wij (wij kijken liever naar Ajax), maar hier lijkt het werkelijk alsof  de geest van Verdi vaardig over mevrouw Scappucci was geworden. Hoe zij de partituur tot in elk moleculair deeltje volledig aanvoelt! Het is een groot genot naar het door haar geleide orkest te mogen luisteren. Helaas gaat Scappucci weg uit Luik, jammer voor (de bezoekers van) de opera aldaar. Dit is haar laatste opera als vaste muziekdirecteur in Luik, dat  Speranza Scappucci dankbaar mag zijn omdat zij een belangrijke rol heeft gespeeld in het mondiaal op de kaart zetten van het Waalse opera-walhalla. Brava, bravissima!

De zangers waren, geheel in lijn met regie en orkestspel, van de hoogste plank in het supermarktschap: de A-merken! De Roemeense bariton George Petean (Boccanegra), zo’n Verdi-bariton die volgens de kenners niet meer bestaat, is een groots zanger en acteur, met een perfecte dictie en inleving in zijn rol. Een genot om naar te luisteren en van te genieten. Met de bloedmooie  (hebben wij niet gezegd) Federica Lombardi (Amelia Boccanegra) hadden wij aanvankelijk enige moeite.  Dat wil zeggen: ze heeft ontegenzeggelijk een prachtige, klingklangende, melodieuze stem, maar deze klonk aanvankelijk wat kil. Misschien was dat juist, gezien haar rol, de bedoeling?

Simon Boccanegra
X. PETITHAN - R. ZANELLATO - G. PETEAN (c) J Berger - ORW-Liège

Riccardo Zanellato oogstte met  Jacopo Fiesco’s aria “Il lacerato spirito” veel bijval. De Belgische Marc Laho, de enige tenor in de voorstelling, vertolkte de rol van de verleider Gabriele Adorno, hij deed dat stimmlich uitstekend, maar qua typering was hij misschien niet de beste keus.

Simon Boccanegra
R. ZANELLATO - G. PETEAN - L. LHOTE - R. JOAKIM ©J Berger - ORW-Liège

Van de kostuums begrepen wij niet veel. Het leek de jaarlijkse Coopluydenmarkt in het historische centrum van Appingedam wel. Of ze kwamen uit de Antwerpse uitdragerij “Vintage Kleding van 1500 tot 2000”. Het opstandige volk leek zo weggelopen uit de ‘Boerenbruiloft’ van Pieter Brueghel de Oudere. De krijgslieden varieerden van leden van de (Oost-)Deutsche Volkspolizei van de voormalige DDR terwijl ook Ivanhoe en zwaardvechter Marcus Attilius hun opwachting maakten. Minor detail natuurlijk.

Deze Simon Boccanegra was  de slinkse ontsnapping aan het operalaboratorium in Amsterdam meer dan waard. Inmiddels kennen wij alle tussenstations van het stoptreintje Maastricht-Luik uit mijn hoofd.

Olivier Keegel

5 4 votes
Article Rating
Olivier Keegel

Editor-in-Chief

Chief Editor. Does not need much more than Verdi, Bellini and Donizetti. Wishes to resuscitate Tito Schipa and Fritz Wunderlich. Certified unmasker of directors' humbug.

No Older Articles
No Newer Articles
Subscribe
Notify of
guest
5 Comments
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Fred
Fred
3 years ago

Dale de beste tamino na Wunderlich? Welke idioot zei dit? Dale had zeker zijn kwaliteiten maar deze ( heerlijke cd) omschrijving is er ver over. Dus daarom graag de bron

Fred
Fred
3 years ago
Reply to  Olivier Keegel

Staat nochtans in de Engelse versie van de tekst, hallo ?!?

Willem
Willem
3 years ago

Heerlijk om te lezen, zeker een leuke trein, wel toe aan vervanging, ik reis altijd 1e klas, voorin en toilet. Alleen de naam Ajax kunnen de mensen verwarren met iets anders, Tip FC Volendam! 28 november Concertante Mozart en 29 opera Alzira, later merkte ik dat Hui He is vervangen.

Jacques Liers
Jacques Liers
3 years ago
Reply to  Willem

ik ben het met je eens Olivier maar die prachtige sopraan met een Scala di Milano volume waardig en een warme afgeronde stem, is inderdaad zoekend wie ze eigenlijk is. Het is dus een apathische stemming en die fleurt helemaal op wanneer ze eindelijk haar vader kent. Gelukkig heeft ze een verliefde tenor die later Doge wordt. (Adorni). Met je kritiek op de costumes ben ik het eens, maar ik denk dat daar het budget een rol heeft gespeeld. Liever dit dan te moeten inleveren op stemcapaciteiten. In elk geval een top van een voorstelling (en ik ben een moeilijke)… Read more »

Simon Boccanegra. Zürich macht es wieder.

Simon Boccanegra. Nachdem erneut eingestellten Spielbetrieb am Opernhaus Zürich im Rahmen des coronabedingten Versammlungsverbots seit Ende Oktober, bot die Ankündigung einer Fernseh-übertragung auf ARTE der lange antizipierten Premiere von Giuseppe Verdis Simon Boccanegra immerhin einen kleinen Lichtblick. Umso glücklicher war für unseren Rezensenten die Nachricht, live der Premiere im Opernhaus beiwohnen zu können, welches für einige wenige Abonnenten und Rezensenten, ausnahmsweise seine Türen geöffnet hatte. Das Opernhaus verließ sich auch bei dieser Premiere wieder auf sein eigens entwickeltes Spielmodell, bei dem Chor und Orchester aus dem einen Kilometer entfernten Probenhaus per Glasfaser eingespielten.

 

You can have any review automatically translated. Click the Google Translate button (“Vertalen”), which can be found at the top right of the page. In the Contact Page, the button is in the right column. Select your language at the upper left.

 

Simon Boccanegra. Melodramma in einem Prolog und drei Akten von Giuseppe Verdi (1813-1901). Libretto von Francesco Maria Piave, mit Ergänzungen von Giuseppe Montanelli, nach dem Drama «Simón Bocanegra» von Antonio García Gutiérrez. Neufassung von Arrigo Boito. Besuchte Vorstellung: Opernhaus Zürich, 6. Dezember 2020. (Chor und Orchester live aus einem externen Probenraum ins Opernhaus gestreamt.)

Simon Boccanegra: Christian Gerhaher
Maria Boccanegra, seine Tochter, unter dem Namen Amelia Grimaldi: Jennifer Rowley
Jacopo Fiesco: Christof Fischesser
Gabriele Adorno: Otar Jorjikia
Paolo Albiani: Nicholas Brownlee
Pietro: Brent Michael Smith
Magd Amelias: Siena Licht Miller
Hauptmann der Armbrustschützen: Savelii Andreev

Philharmonia Zürich
Chor der Oper Zürich
Chorzuzüger: Statistenverein am Opernhaus Zürich

Musikalische Leitung: Fabio Luisi
Inszenierung: Andreas Homoki

 

Muziek: *4*
Regie:  *4*

Der Mittelpunkt der Aufmerksamkeit dieser insgesamt attraktiv besetzten Premiere lah zweifellos bei dem Rollendebüt von Christian Gerhaher in der Rolle des unglücklichen Dogen von Genua, der nach dem Marchese di Posa erst seine zweite Verdi Partie sang. Dieser hatte im Vorfeld der Premiere (vgl. unser Interview) auch ein Gewisses Unbehagen beim Singen von Verdi-Partien geäußert, wobei er die Rolle des Simons mit grosser Würde und schauspielerischer Intensität angeht und so einen zerrissenen, zutiefst verzweifelten und einsamen Charakter verkörpert.

Stimmlich allerdings hätte ich mir an manchen Stellen ein etwas ausgeprägteres Legato und mehr Italianità gewünscht, wobei Gerhaher versucht dies über ein Maximum an Ausdruck und eine äußerst intelligente musikalische Gestaltung auszugleichen. So geriet die zentrale Ansprache des Dogen im Finale des ersten Aktes “Plebe! Patrizi!” zu einem wahren Gänsehautmoment. In einer grandios gestalteten Sterbens Szene, in der der Ausnahmesänger seinen Bariton ungehindert strömen ließ, vermochte er zudem erneut zutiefst zu berühren.

In diesem Moment begeisterte auch das Zusammenspiel mit Christoph Fischesser, der als Boccanegras Gegenspieler  Jacopo Fiesco mit balsamisch fließendem Bass erfreute, jedoch im Prolog etwas mehr Dramatik hätte zeigen können.

Für Simones Tochter Maria/Amelia ließ Jennifer Rowley für ihre Rolle einen schönen, gut ausgebildeten Verdi Sopran hören, wobei leichte Schärfen in der Höhe den positiven Gesamteindruck nur unwesentlich störten. Als Gabriele Adorno ließ Otar Jorjikia einen interessant timbrierten Tenor hören, wobei ich mir bei diesem jugendlichen, heißblütigen Charakter etwas mehr Feuer gewünscht hätte. Durchweg Exzellent sang und spielte Nicholas Brownlee den intriganten Günstling Paolo Albiani.

Die Inszenierung von Andreas Homoki gab sich erstaunlich unaufgeregt und ruhig – und bewies gerade dadurch ihre Stärke. Homoki verlegte den Prolog in die Zeit des noch von der Aristokratie geprägten späten 19- Jahrhundert, während der Rest der Oper, im Italien des aufkommenden Faschismus spielt. Die Kostüme zitieren diesen Zeitsprung von 25 Jahren zwar genau, rufen aber gleichzeitig so etwas wie Zeitlosigkeit hervor.  Sehr genau ist das sich drehende und raffinierte Bühnenbild von Christian Schmid angelegt, dass Häuserfassaden, Straßen und Innenräume auf immer wieder interessante Weise auftauchen und wieder verschwinden ließ. Die Personenregie Homokis unter Einbezug der Statisterie – welche teilweise den Auf der Bühne fehlenden Chor ersetzte – war dabei sehr anrührend und gelungen, wobei vor allem die Schlussszene, wenn Amelia Blumen auf das Boot legt, das an Boccanegras Leben als Korsar erinnert, äußerst bewegend gelang. Gleichwohl hätte Amelia ihren Vater, wie im Libretto gefordert ruhig umarmen dürfen…

Wirklich geglückte Ideen waren dagegen der Moment als Simon das Zimmer seiner geliebten Maria betritt und diese tot aufgebahrt vorfindet, so wie die bedrückende Mönchsprozession zu Fiescos Arie. Auch die Rückblenden, die Szenen erzählen, die sich in der Vorgeschichte der Oper ereigneten hatten, wirkten anders als in anderen Aufführungen, die von diesem Stilmittel gebrauch machen, durchaus gelungen.

Generalmusikdirektor Fabio Luisi dirigiert Simon Boccanegra seit 25 Jahren. In dieser langen Zeit ist seine Interpretation dieses außergewöhnlichen Werks deutlich gereift. Leider verzerrte die Abmischung der Übertragung aus dem Probensaal am Premierenabend nicht ausreichend Gelegenheit, die Leistung der Philharmonia Zürich in allen Details zu beurteilen, insgesamt dirigierte er spannungsreich und stimmungsvoll. Das galt auch für den von Janko Kastelic einstudierten Chor.

Am Ende dieses Opernabends mischte sich Dankbarkeit mit lautem Applaus. Es wird spannend sein, diese Aufführung nach Corona in dieser Besetzung erleben zu dürfen.

 

Marco Ziegler

 

We like to get in touch with our readers. Please add a comment under this article and/or rate the article with 1 to 5 stars. Scroll down.
5 3 votes
Article Rating
Marco Aranowicz

Reviewer

MARCO ARANOWICZ IS BASED IN ZURICH. HE IS GOING TO THE OPERA SINCE THE AGE OF TEN, AND HE LIVES FOR THE GREAT ITALIAN OPERA REPERTORY.

No Older Articles
No Newer Articles
Subscribe
Notify of
guest
1 Comment
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Willem
Willem
5 years ago

Elke keer een feest om de recensie te lezen. Tip bundel 2020 in boekvorm, mooi om dit te hebben. Voor elke opera liefhebber een aanwinst. 🎼🌷🌷🌷🌷🎼Ps mede om meer te leren, over de opera.